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Bitcoin continua a oscillare appena sotto il suo precedente massimo storico, consolidandosi intorno ai 109.000$, nonostante un modesto incremento dell’1,9% nelle ultime 24 ore. L’asset ha toccato un massimo settimanale di $110.307, ma non è ancora riuscito a superare il record di 111.814$ registrato a maggio.
Sebbene il prezzo a breve termine resti in un range ristretto, i dati on-chain mostrano sviluppi strutturali che potrebbero influenzare la traiettoria di Bitcoin nelle prossime settimane.
Molti analisti si stanno concentrando sulle dinamiche di offerta piuttosto che sul solo grafico. Uno di questi è Chairman Lee, contributor di CryptoQuant, che ha osservato una forte riduzione dei BTC custoditi sugli exchange centralizzati.
Questa tendenza potrebbe indicare l’avvicinarsi di un nuovo slancio rialzista, in particolare considerando la domanda istituzionale e l’attività sugli ETF.
Bitcoin: le riserve sugli exchange scendono ai minimi pluriennali
L’analisi di Chairman Lee rivela che le riserve di Bitcoin sugli exchange sono scese a un minimo pluriennale di 2,4 milioni di BTC, in netto calo rispetto ai 3,1 milioni registrati a metà 2023.
Il continuo deflusso dagli exchange è spesso visto come un segnale di riduzione della pressione di vendita, fattore che in passato ha anticipato movimenti di prezzo molto positivi.
Secondo Lee, “Questo calo persistente delle riserve suggerisce che la liquidità lato vendita si sta prosciugando… Storicamente, simili condizioni – con pochi BTC sugli exchange – hanno preceduto espansioni rialziste importanti, quando la domanda supera l’offerta.”
Nel ciclo rialzista del 2020–2021, dinamiche simili hanno anticipato l’impennata di Bitcoin da $10.000 fino oltre i $60.000, sostenute anche dall’ingresso dei primi investitori istituzionali e dalle prime fasi dell’interesse degli ETF.
Il meccanismo è semplice: meno Bitcoin disponibili sugli exchange significa maggiore impatto sui prezzi in caso di acquisti massicci, come quelli provenienti da ETF spot o fondi istituzionali.
Lee sottolinea che questa tendenza attuale potrebbe costituire una spinta strutturale fondamentale, capace di sostenere ulteriori rialzi, sempre che la domanda resti stabile o cresca ulteriormente.
Binance domina nei flussi delle whale
Un altro elemento chiave nel quadro di mercato arriva dall’analista CryptoQuant Crazzyblockk, che ha monitorato le transazioni su larga scala (whale flows) tra i principali exchange centralizzati. I suoi dati mostrano che Binance mantiene la leadership assoluta nelle operazioni delle whale.

Le whale sono enità che spostano oltre 1.000 BTC in una singola transazione. Binance ha registrato afflussi cumulativi di 31,36 milioni di BTC e deflussi per 30,82 milioni di BTC, insieme a oltre 53,2 milioni di transazioni whale – un volume significativamente superiore a qualsiasi altro exchange.
Va sottolineato che questi numeri non rappresentano BTC unici, ma volumi totali che includono movimenti ripetuti degli stessi coin, spesso dovuti a strategie di arbitraggio, trading istituzionale o ricollocamenti tra wallet.
L’elevato volume indica che Binance è ancora la piattaforma preferita dalle whale per operazioni di grande portata, grazie alla sua elevata liquidità, alle basse commissioni e a un’infrastruttura tecnica ottimizzata per operazioni ad alta frequenza.
Questo dato diventa ancora più rilevante nel contesto attuale: se da un lato l’offerta di BTC sugli exchange si assottiglia, dall’altro le whale continuano ad agire con forza, spostando volumi notevoli su Binance, segnalando una fase di preparazione o redistribuzione.
Conclusione: Equilibrio precario tra domanda istituzionale e offerta esigua
In un momento in cui la liquidità lato vendita si riduce drasticamente e la domanda rimane costante – con gli ETF spot che continuano a registrare afflussi – il rischio di una «squeeze» al rialzo è sempre più reale.

Se le condizioni attuali persistono, Bitcoin potrebbe essere vicino a una rottura della resistenza storica e a un’accelerazione verso nuovi massimi. L’equilibrio tra una disponibilità limitata di BTC e l’azione delle whale sarà il fattore chiave da monitorare nelle prossime settimane.